Via Panisperna 90

La storia dell’uso industriale dell’energia nucleare in Italia potrebbe idealmente cominciare con una lettera di incarico del 25/10/1934 a nome del fisico italiano Enrico Fermi e di altri sette inventori: Edoardo Amaldi, Emilio Segrè, Franco Rasetti, Bruno Pontecorvo, Oscar D’Agostino, e Giulio Cesare Trabacchi. Meno di una settimana prima, Fermi  insieme agli altri “ragazzi di via Panisperna” avevano scoperto il modo per creare sostanze radioattive artificiali (o radioisotopi) in quantità molto maggiore rispetto a reazioni con neutroni veloci. Fermi decise di fare domanda per una privativa industriale su tale metodo di produzione.

Fig. 1 – Lettera d’incarico – Fermi et al. 25/10/1934

E così, quel giovedì 25 ottobre di 88 anni orsono, fu firmata la richiesta per il deposito del brevetto numero 324458 registrato a Roma presso lo Studio Laboccetta ed esteso poi in USA nel 1935 (US2206634). Il brevetto rivendica la produzione di isotopi radioattivi e suscettibili di emettere raggi beta, tramite il bombardamento con neutroni lenti del nucleo atomico di altri elementi. Seppure inconsapevolmente il gruppo di fisici aveva realizzato la prima fissione nucleare artificiale di un atomo di uranio bombardandolo con neutroni lenti. In questo modo il nucleo atomico di un elemento chimico pesante (uranio-235) decade in nuclei di atomi di numero atomico inferiore, e quindi di minore massa, con emissione di una grande quantità di energia termica e radioattività. Partendo da questi risultati successivamente nel 1942 il fisico romano svilupperà il primo reattore atomico in grado di ottenere una reazione a catena controllata il cosiddetto Chicago-Pile-1

Fig. 2 – Schema reazione di fissione nucleare

Qualche anno dopo sempre negli Stati Uniti avvenne la prima produzione di energia elettrica atomica per uso civile. Non si trattava di una vera centrale nucleare ma più semplicemente di un reattore sperimentale che il 20 dicembre 1951 ad Arco in Idaho produsse calore che venne convertito in elettricità sufficiente per accendere una lampadina da 200 watt. 

Fu solo nell’estate del 1954, che avvenne il primo collegamento alla rete di una centrale atomica per uso civile. Si trattava della centrale sovietica di Obninsk, ora in Russia, a un centinaio di chilometri a sud-ovest di Mosca. Un anno dopo fu avviato in USA il nucleare per uso civile con il reattore Borax-III che il 17 luglio 1955 venne collegato alla rete per le necessità della città di Arco (Idaho), che divenne la prima città al mondo a utilizzare solo energia atomica.

Negli anni la produzione di energia da nucleare ha subito un progressivo sviluppo estendendosi in moltissimi paesi come è evidenziato nel video di VG Graphs. 

Video – I paesi che generano più Energia Nucleare (1966-2021) (by VG Graphs)

Oggi ci sono 422 reattori nucleari attivi nel mondo (dati IAEA 2022). Altri 57 sono in costruzione, di cui oltre la metà in due soli Paesi: 18 in Cina e 8 in India. Attualmente, si stanno dotando di reattori nucleari anche paesi che prima non li avevano mai posseduti (Turchia, Egitto, Bangladesh, etc). La guerra in Ucraina ha evidenziato la debolezza dei sistemi economici che non diversificano la produzione energetica puntando solo su determinate risorse ed escludendone altre come appunto il nucleare. Le prospettive future sono rivolte ai reattori di quarta generazione che dovrebbero essere disponibili per l’impiego commerciale a partire dal 2030.

Video – Il Nucleare: i dubbi più grossi” (by Cartoni Morti)

Fig. 3 – Via Panisperna 90 oggi. Nel riquadro da sinistra: D’Agostino, Segrè, Amaldi, Rasetti, Fermi.

Oggi, ironia della sorte, parte degli edifici di via Panisperna 90 dove tutto ebbe inizio, versano in cattivo stato quasi a suggellare quello che effettivamente è avvenuto del nucleare italiano. Beffa del destino invece è il fatto che la sua eredita si riduca purtroppo alla fornitura ed allo stoccaggio sul nostro suolo di bombe nucleari tattiche…